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Danzica

Danzica è una città che ha fatto della libertà il suo simbolo nei secoli, dai tempi del regno prussiano a Solidarność, e oggi guida la regione Pomerania  tra il fermento metropolitano della Tripla Città e la specificità della minoranza casciuba.

Anche chi è completamente a digiuno di Polonia non fa fatica a trovare associazioni mentali con il nome di Danzica e questo perché la storia della città ha conosciuto uno svolgimento particolare e spesso slegato dai destini nazionali. Con le dovute distanze, da questo punto di vista Danzica è un po’ la Trieste polacca. Sotto l’influenza della città si sviluppa la regione Pomerania di cui Danzica è capoluogo e che offre un ricco panorama urbano, naturale e ricco di particolarità.

  • Danzica, l’orgoglio storico

Storico centro della Lega Anseatica, la confederazione di città libere che fu attiva fino alla metà del diciassettesimo secolo, Danzica ha dunque un passato secolare commerciale e culturalmente legato alle città portuali libere dei mari del nord, più o meno tutte di lingua e cultura tedesca. Per questo motivo nei suoi monumenti storici prevale lo stile gotico come testimonia la Cattedrale di Santa Maria, la più grande chiesa in mattoni del mondo, a lungo luogo di culto luterano e dal 1945 tornata al cattolicesimo o la Chiesa di San Nicola, antico monastero domenicano edificato nelle prossimità del porto, e unica chiesa della città rimasta sempre cattolica attraverso i secoli. In stile gotico è anche il palazzo municipale costruito nel sedicesimo secolo e che oggi ospita il Museo Storico di Danzica.

Nei “sobborghi”, vale a dire nell’immediato spazio oltre le antiche mura, si raccolgono alcuni degli scorci più suggestivi della città, come gli edifici che si affacciano sul fiume Motława tra cui la Chiesa della SS. Trinità, francescana, o il Museo nazionale ospitato dai locali dell’antico convento sempre francescano e tutti i locali che affollano la zona rendendola ideale per una passeggiata serale.

Un’ulteriore particolarità di Danzica è che la città vecchia (stare miasto) non è la parte realmente più vecchia della città, ma è il centro ricostruito dai cittadini in fuga dagli attacchi dei cavalieri teutonici. Oggi rimane ben poco degli edifici medievali a causa della guerra, ma la storia resta protagonista nella città vecchia con Plac Solidarności, la piazza dedicata a Solidarność, il sindacato che ebbe un ruolo fondamentale nella riconquista della democrazia e che partì proprio da Danzica e dai suoi cantieri navali. 

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Danzica, gli orizzonti metropolitani. La Tripla Città Danzica-Gdynia-Sopot.

L’espansione urbana di Danzica comprende le città vicine di Sopot e Gdynia tanto che le tre città assieme compongono l’agglomerato amministrativo definito Tripla città. Nella sua complessità, la Tripla Città è senz’altro il centro più vivo della Polonia settentrionale.

Se Danzica è l’espressione più ricca di storia vicina e lontana, Sopot è quella più accattivante con il suo lunghissimo lungomare in legno dove si può godere di una splendida vista sul Baltico, il caratteristico e suggestivo faro e vari altri monumenti, ma la cosa che più ha dato ricchezza e fasti alla cittadina –specie dagli anni Novanta in poi- è il fatto di essere una splendida località balneare, una delle più frequentate del nord Europa.

Gdynia, a sua volta, di storia alle spalle ne ha ben poca essendo stata fondata solo nel 1921 con lo scopo di dare alla rinata Repubblica di Polonia uno sbocco sul baltico dal momento che lo status di città libera di Danzica non concedeva lo sfruttamento completo del porto alla Polonia. Oggi è una città di grande modernità come testimoniano i due grattacieli denominati Sea Towers, che dominano la costa, o il Gdynia Waterfront, l’ambizioso progetto di ristrutturazione della zona curato dal prestigioso studio di architettura francese Genval e che rinnoverà profondamente il panorama cittadino.

Sul piano della vita culturale e mondana la Tripla Città ha naturalmente un’offerta ricchissima riuscendo a combinare esigenze di qualsiasi tipo. Sopot ad esempio ospita un prestigioso salone del libro ogni estate, ci sono in continuazione mostre di ogni tipo (oltre a quelle permanenti dei musei cittadini) e moltissimi concerti, soprattutto della scena jazz.

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La Casciubia, un’isola etnica che resiste alla globalizzazione.

Se Danzica ricorda un po’ Trieste, la Casciubia può essere paragonata alle nostre valli dolomitiche di antica cultura ladina. I casciubi infatti conservano il proprio dialetto, sulla cui collocazione genealogica i linguisti tuttora dibattono, ma che ha ottenuto il riconoscimento di co-ufficialità nella regione. Tale riconoscimento è particolarmente sentito dalla popolazione locale che non si limita alla tradizionale cartellonistica stradale bilingue, ma si estende ad altri livelli come dimostrano l’esistenza di un quotidiano redatto in casciubo e la possibilità –dal 2005- per gli studenti della regione di sostenere l’esame di maturità in lingua casciuba.

Al netto di queste considerazioni, la regione offre attrattive particolari e legate alle tradizioni tipiche. Infatti nel panorama naturale mozzafiato che offre questo angolo di Polonia si possono osservare i costumi tipici della regione che la minoranza casciuba preserva e mostra al mondo, tra le altre cose, tramite il Parco Etnografico della Casciubia che si trova nel caratteristico e un po’ ostico alla pronuncia villaggio di Wdzydze Kiszewskie.

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