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Varsavia

Varsavia è una capitale dinamica e proiettata verso il futuro, un futuro che ha le radici salde nella storia e nella memoria.

Gli autobus ecologici, le caffetterie alla moda, il bike-sharing sempre più efficiente, gli uffici delle multinazionali e le boutique più prestigiose fanno parte del panorama cittadino tanto quanto gli edifici storici, i vecchi ristoranti popolari, i giardini settecenteschi o la memoria di Chopin che in vari modi si diffonde per tutta la città. La corsa di Varsavia verso il futuro e la sua cura della storia spesso si fondono dando vita a micro-mondi di grande fascino e funzionalità, ma anche contraddizioni evidenti in grado di incuriosire e di fare riflettere, rendendo così una visita a Varsavia un’esperienza unica nel panorama polacco e in quello est europeo in generale.

  • Da Stalin al palacongressi, con vista sulle “terrazze dorate”.

Il primo, macroscopico, gioco tra passato e futuro si incontra arrivando in treno alla stazione di Varsavia centrale. Un tempo fiore all’occhiello della rete infrastrutturale polacca, oggi incorporata con il complesso centro commerciale noto come Złote Tarasy, ovvero “terrazze dorate”. Qui hanno i loro punti vendita le maggiori boutique internazionali e i grandi supermercati, ma anche piccoli negozi specifici per ogni tipo di acquisto.

A poche centinaia di metri dalla stazione e da Złote Tarasy si erge uno dei simboli più noti di Varsavia, il Pałac Kultury i Nauki (Palazzo della cultura e delle scienze), donato negli anni ’50 dall’Unione Sovietica alla Polonia e costruito in pieno stile staliniano, tanto evidentemente che è stato sempre evocativo dello stalinismo e che nel 1989 la sua demolizione fu all’ordine del giorno, salvo poi finire bocciata dalla giunta comunale. Oggi ospita un raffinato centro congressi con varie sale e una terrazza panoramica da cui si può dominare tutta la città, ed è ancora l’edificio più alto in tutta la Polonia sebbene la modernizzazione di Varsavia stia arricchendo la skyline della città con grattacieli sempre più avveniristici e progettati da architetti di fama mondiale che fanno letteralmente a gara per superarlo in altezza, come ad esempio il Warszawskie Centrum Finansowe (Centro finanziario di Varsavia) progettato dallo studio americano Epstein & Sons ed edificato proprio a poche centinaia di metri di distanza dal Palazzo della cultura.

  • Palazzi neoclassici, cucina etnica e generazione erasmus. Il mondo nuovo dell’Università di Varsavia

L’Uniwersytet Warszawski (Università di Varsavia) è piuttosto giovane per la media degli atenei d’Europa, essendo stata fondata nel 1816, ma ha già un posto nella storia: infatti gli studenti parteciparono attivamente all’insurrezione del 1944 assaltando, senza risultato, la cittadella universitaria strenuamente difesa dai tedeschi. Quella cittadella ospita ancora oggi la maggior parte degli edifici universitari, che a Varsavia hanno la particolarità di essere multifunzionali, come si nota in alcuni dipartimenti che ospitano al loro interno non solo copisterie o bar, ma anche piccoli ristoranti –anche di cucina mediorientale- molto frequentati dagli studenti. La vita universitaria ovviamente si sviluppa anche (soprattutto) fuori dalle mura delle facoltà e infatti lo splendido viale Krakowskie Przedmieście ospita numerose caffetterie e locali di vario genere molto frequentati dagli studenti, specialmente dalla ricca comunità di giovani da tutta l’Europa che scelgono sempre più di frequente Varsavia come meta del loro Erasmus.

  • Praga, una piccola Soho est europea

A parte la casuale omonimia, il quartiere che si trova al di là della Vistola non ha niente in comune con la capitale ceca. La Praga varsaviana è un quartiere dalla storia complicata che, come spesso accade in Polonia, ha trovato una nuova collocazione grazie agli artisti. Infatti Praga, da sobborgo industriale di periferia, ha portato con sé per decenni una storia di degrado e abbandono fino a che alcuni artisti di Varsavia non iniziarono a occupare case e fabbriche abbandonate trasformandole in spazi espositivi e locali di ritrovo così che oggi il quartiere è conosciuto in tutto il mondo come un micro-mondo creativo ed è particolarmente apprezzato oltreoceano come racconta l’interesse per Praga dimostrato dal New York Times che al quartiere dedicò un lungo articolo della sua prestigiosa sezione Viaggi nel 2006.

In netto contrasto, non solo visivo, con la comunità artistica che si ispira ai paesaggi post-industriali in una critica all’occidentalizzazione sfrenata, proprio all’ingresso di Praga sorge l’avveniristico Stadion Narodowy (stadio nazionale) costruito e inaugurato in occasione degli Europei di calcio del 2012 e che oggi ospita le partite della nazionale polacca e concerti di star internazionali.

  • Stare miasto, il centro storico medievale con cinquant’anni di età

L’immagine più nota di Varsavia è lo Stare miasto, la città vecchia, elemento urbanistico comune un po’ a tutte le città della Polonia, ma che a Varsavia spicca perché è tanto antico quanto sfacciatamente moderno. Infatti esso fu costruito a partire dal XIV secolo e via via  aggiornato nei secoli prima di essere raso al suolo dai nazisti per rappresaglia e ricostruito pietra su pietra nella Polonia liberata dell’immediato dopoguerra. Per questo motivo i cittadini di Varsavia sono molto legati alla loro città vecchia e alla sua dimensione temporale unica. Una “città vecchia” che diventa un simbolo potentissimo per il fatto di avere, nei fatti, poco più di cinquant’anni è probabilmente la metafora perfetta della dimensione temporale di Varsavia. E i visitatori che arrivano in città consapevoli di questa storia non si limitano ad ammirare i pittoreschi palazzi colorati o il maestoso castello reale, ma possono vivere a pieno l’ennesima esperienza di stridente antico-moderno che la città porta orgogliosamente con sé, fin nei suoi simboli più atavici, nelle radici stesse della sua esistenza.

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